Nel 2016 si consolida la fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi, dopo due anni di contrazione, nel 2014. Secondo il “Rapporto Federculture 2018” la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione raggiunge i 68,4 miliardi di euro, recuperando buona parte di quanto perso nel 2012/2013, quando tale voce di consumo era scesa sotto i 64 miliardi, toccando la quota più bassa del decennio.
Un successo che vede ancora una volta il Nord più dinamico del Sud come evidenzia il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli. “Un vero e proprio problema questo. La dimostrazione – ha detto – che l’Italia è un Paese che ha delle linee di faglia, delle grosse tensioni interne, ed è la ragione per cui abbiamo pensato una manovra economica che ha l’obiettivo di far ripartire l’economia, ma anche di andare in controtendenza rispetto a questa separazione dell’Italia in due o più velocità”.
I giovani, la popolazione compresa tra i 6 e i 24 anni, rappresentano per tutte le tipologie di fruizione culturale la fascia di maggiore partecipazione. In diversi casi la media di giovani che partecipano ad attività culturali almeno una volta l’anno è del 50-60% superiore alla media complessiva, come si registra ad esempio nel settore del teatro, del cinema o per le visite a musei e mostre. Nel caso dei concerti di musica leggera la percentuale di ragazzi che vi partecipano è addirittura doppia rispetto alla media totale. Questa maggiore partecipazione culturale dei giovani è probabilmente riconducibile almeno in parte all’influenza delle attività scolastiche: le percentuali di fruizione, infatti, tendono a diminuire per avvicinarsi a quelle della popolazione più adulta appena superata l’età delle scuole superiori e ancor di più dopo gli anni dell’università. Dato inquietante è che proprio i concerti di musica classica o opera, patrimonio immateriale importantissimo per la nostra nazione, registrano il dato negativo più evidente rispetto agli altri consumi culturali.
La Fondazione Cultura&Innovazione sensibile a questa tendenza negativa, già da tempo, supporta l’Associazione “Capri Opera festival” nella diffusione del progetto “Opera Domani” che vuole socializzare i giovani a questa forma d’arte che nonostante tutto ancora oggi rappresenta una eccellenza nel mondo.
Un altro motivo di riflessione è che buona parte in questa crescita del consumo culturale sia anche determinata dal forte incremento del turismo culturale in Italia, ospitiamo con grande piacere i turisti e come già detto anche su “La Repubblica” dal nostro Presidente: “La Campania deve investire nel Turismo e deve utilizzare sempre di più tecnologie all’avanguardia per migliorare gli standard di servizio, creando un sistema turistico intelligente“.
Questo binomio cultura + innovazione sembra essere infatti un trend interessante di questo rapporto, dove si evidenzia come stia cambiando sia la modalità di fruizione dei prodotti culturali, con l’utilizzo di dispositivi olografici, virtuali e tramite web, ma a cambiare è anche la comunicazione del prodotto culturale che è sempre più social e web oriented.
L’Italia ha la fortuna di essere uno stato pieno di bellezza, con molti centri pieni di cultura e dobbiamo fare di tutto per mantenere questo. Inserire all’interno dell’offerta culturale la possibilità di fruire di contenuti multimediali e anche crossmediali tramite l’utilizzo di dispositivi olografici e virtuali, video mapping e installazioni interattive, è una priorità quantomeno per mantenere lo status quo e sopratutto per favorire un’incremento turistico collegato ad un maggior coinvolgimento del visitatore con le opere d’arte ed i prodotti culturali in generale.
La Fondazione Cultura&Innovazione è attiva in questa direzione e favoriamo lo svolgimento di corsi innovativi presso gli istituti scolastici con i quali collaboriamo, in particolare ove presenti indirizzi specifici legati al turismo, socializziamo i giovani alle nuove tecnologie di realtà aumentata e virtuale per favorire la nascita di nuovi operatori turistici italiani che possano colmare il GAP tecnologico che è tra i fattori che rallentano la crescita dei consumi culturali nella nostra nazione.